Il 26 e il 27 settembre 2023 si è conclusa con successo l’operazione di smontaggio dell’antenna irradiante Monte Ciocci, che prendeva il nome dall’omonima collina di Roma in cui sorgeva, in via Domizia Lucilla. Alta 112 metri, e in servizio per più di 60 anni, ha segnato per lungo tempo lo skyline urbano della capitale.
Una storia che si conclude in nome della sostenibilità
La particolarità della torre era la sua collocazione nel tessuto urbano della città, all’interno del Parco di Monte Ciocci, incluso nella Riserva Naturale di Monte Mario. Presente per oltre mezzo secolo nell’area e divenuta un tratto distintivo della stessa, l’operazione di smontaggio ha modificato in modo evidente il profilo paesaggistico della collina e dato un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi di compatibilità paesaggistica delle torri e dei tralicci Rai Way, perseguiti attraverso il monitoraggio continuo degli impatti e l’ottimizzazione della rete. “Quello della compatibilità paesaggistica è uno degli obiettivi perseguiti dall’azienda nel proprio Piano di Sostenibilità e ribadito come impegno nella Dichiarazione Non Finanziaria – spiega Nicola Usai, Site Environment Manager – L’operazione di smontaggio è inoltre in linea con il numero 11 degli obiettivi SDGs e che ha il fine ultimo di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”.
La storia di Monte Ciocci
Lo smontaggio dell’antenna segna una tappa che non è esagerato definire storica. Tutto ha inizio nel 1961, quando la RAI, che ebbe il terreno in concessione demaniale, fu autorizzata alla realizzazione del centro trasmittente ad onde medie, che comprendeva la torre strallata a sezione triangolare e un locale tecnico. Per circa 60 anni la torre ha svolto la sua funzione di servizio pubblico radiofonico ad onde medie fino a quando le trasmissioni non sono state interrotte.
Oggi Monte Ciocci, dopo le opere di riqualificazione dell’area da parte del Comune di Roma, è un pregevole parco urbano collinare dal quale si può godere di una vista spettacolare sulla cupola di San Pietro e a perdita d’occhio sulla città. La zona è intrisa di storia e, in particolare, era nota per la presenza delle fornaci adibite, fin dalla antichità, alla produzione di mattoni e tegole. In prossimità delle fornaci sorsero le abitazioni degli operai, che formarono il cosiddetto Borghetto dei fornaciari. Dopo la Seconda Guerra Mondiale le fornaci rimasero in funzione fino all’inizio degli anni ’60, anni in cui vennero definitivamente chiuse e con esse iniziò ad essere abbandonato il borghetto e a sorgere una baraccopoli.
La torre Monte Ciocci nel cinema
La torre è stata immortalata anche in Brutti, sporchi e cattivi, film del 1976 interpretato da Nino Manfredi e diretto da Ettore Scola, che venne ispirato da questa storia di degrado della periferia urbana. Per i più curiosi, l’antenna compare in un fotogramma al minuto 71 e 41 secondi.
Nicola Usai
Site Environment Manager