Ancora troppo alto in Italia il gap tra donne e uomini al lavoro

Nonostante un aumento dell’occupazione al 60% La disparità di genere è ancora al 18%. Tanto part time e poca flessibilità di orario.

Se ne parla tanto sui media e sul web ma la disparità tra donne e uomini in Italia è ancora evidente.  Lo testimoniano i dati dell’ultimo  Gender Policies Report 2022: un’indagine condotta dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP). Nonostante lo scorso ottobre l’occupazione abbia superato il 60% – il valore più alto dal 1977- i tassi di occupazione di uomini e donne continuano a restare distanti con un gap di genere del 18%: rispettivamente 69% per gli uomini e solo il 51% per le donne.  

Il tasso di disoccupazione femminile è superiore al 9% contro meno del 7% degli uomini. Un divario che aumenta per i giovani under 24 anni con tassi di circa il 33% per le ragazze e di quasi il 28% per i ragazzi. Se poi parliamo di non partecipazione (ossia le persone che non cercano lavoro) la distanza si fa siderale: le donne sono oltre il 43% contro il 25% degli uomini.

I dati relativi al primo semestre del 2022 confermano come il part time sia molto più utilizzato per le donne come forma di ingresso al lavoro. Su tutti i contratti attivati per le donne, il 49% sono a tempo parziale rispetto al 26% degli uomini.

Anche i dati sulla conciliazione vita-lavoro evidenziano un mercato del lavoro italiano più rigido della media europea. Le donne, sia in Europa che in Italia, godono di minore flessibilità rispetto agli uomini. Le lavoratrici sono meno coinvolte nell’organizzazione degli orari di lavoro: in Italia nel 76% dei casi è il solo datore di lavoro a decidere l’orario di ingresso e uscita dal lavoro, contro una media UE27 del 57%.Per gli uomini siamo invece rispettivamente al 68 e 62%.

Il rapporto evidenzia anche un nuovo fenomeno: le discriminazioni legate all’uso degli algoritmi nelle piattaforme digitali. Anche nel mercato del lavoro digitale si riproducono esattamente gli atteggiamenti discriminatori che si riscontrano nei lavori tradizionali.

Il tema della parità retributiva rappresenta una delle sfide più importanti nell’ambito delle politiche di genere e sotto il profilo normativo ha ricevuto – a livello europeo e nazionale – una forte attenzione istituzionale. Su questo fronte l’Italia con la legge 162/2021, che tenta di agire su alcuni elementi alla base dei differenziali retributivi di genere, ha anticipato i cambiamenti auspicati nella proposta di direttiva europea.

Per approfondimenti a livello internazionale è possibile consultare il Global Gender Gap Report realizzato dal World Economic Forum:

https://valored.it/wp-content/uploads/2022/07/2022-WEF-GlobalGenderGapReport2022-13lug2022.pdf

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