Dopo la recente approvazione del Parlamento, anche il Consiglio Europeo ha approvato la versione definitiva della direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese (CSRD).
Con questo provvedimento le aziende saranno adesso tenute a pubblicare informazioni dettagliate su tematiche legate alla sostenibilità (diritti ambientali, sociali, umani, fattori di governance, ecc.) aumentando così la propria responsabilità e impedendo loro di adottare standard di sostenibilità divergenti.
La nuova direttiva avrà anche un impatto positivo in termini di trasparenza perché i dati sull’impronta ambientale e sociale saranno accessibili a tutti. Allo stesso tempo però ci sarà una introduzione graduale della CSRD: i nuovi requisiti saranno adattati alle varie dimensioni delle aziende e ci sarà un periodo di transizione sufficiente per permettere loro di prepararsi.
Da non sottovalutare anche l’effetto positivo per gli investitori. Il nuovo regolamento colmerà infatti le lacune delle attuali norme in materia di informazioni non finanziarie. Diventa ormai fondamentale per i mercati finanziari avere accesso ad informazioni ambientali, sociali e di governance affidabili, pertinenti e comparabili.
Le nuove norme si applicheranno alle imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, a tutte le grandi imprese con più di 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni di euro, ma anche a tutte le società quotate sui mercati regolamentati, ad eccezione delle microimprese.
La CSRD si applicherà anche le PMI quotate, per le quali sarà possibile un opt-out durante il periodo transitorio, che le esenterà dall’applicazione della direttiva fino al 2028.
Per le società non europee, l’obbligo di fornire un rapporto di sostenibilità si applicherà a tutte le società che generano un fatturato netto di 150 milioni di euro nell’UE con almeno una filiale o una succursale. Queste società dovranno quindi fornire un rapporto sugli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG), come richiesto dalla direttiva CSRD.
Il nuovo regolamento verrà applicato in quattro fasi:
- La rendicontazione nel 2025 sull’esercizio 2024 per le società già soggette all’informativa a carattere non finanziario (NFRD);
- La rendicontazione nel 2026 sull’esercizio finanziario 2025 per le società che non sono attualmente soggette alla NFRD;
- La rendicontazione nel 2027 sull’esercizio finanziario 2026 per le PMI quotate (ad eccezione delle microimprese, degli istituti di credito di piccole dimensioni e non complessi, e delle imprese di assicurazioni captive);
- La rendicontazione nel 2029 sull’esercizio finanziario 2028 per le imprese di Paesi terzi – a patto che abbiano almeno una succursale nell’UE e generino un fatturato netto di 150 milioni di euro nell’UE.
Dopo essere stata firmata dal Presidente del parlamento e dal Presidente del Consiglio Europeo, la direttiva CSRD è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea ed entro 18 mesi dovrà essere applicata dagli stati membri.