Nel panorama europeo contemporaneo, l’uguaglianza di genere è un obiettivo centrale e imprescindibile per la costruzione di una società più equa e giusta. Per monitorare i progressi verso questo ambizioso obiettivo, l’Unione Europea ha sviluppato uno strumento di valutazione, l’Indice della parità di genere, che rappresenta un passo avanti nella comprensione e nella promozione della parità di genere. Ciò che lo rende particolarmente significativo è il suo approccio multidimensionale, in quanto prende in considerazione una vasta gamma di aspetti quali l’occupazione, l’istruzione e la partecipazione politica.
L’Indice è l’unico strumento in grado di fornire una mappa globale delle disparità di genere nell’UE e nei suoi Stati membri. È stato sviluppato dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE) e consente ai responsabili delle politiche, agli attivisti e al pubblico di valutare con maggiore precisione i progressi e le sfide legate alla parità di genere in Europa, partendo da dati concreti e affidabili.
Parità di genere: la situazione in Italia
Nel recente rilascio dell’Indice 2023 sull’uguaglianza di genere, l’Italia si è posizionata al 13° posto all’interno dell’Unione Europea, ottenendo un punteggio complessivo di 68,2 su 100. Questo Indice, che misura la parità di genere su una scala da 1 a 100, rivela un trend positivo di miglioramento ma anche le sfide che il nostro Paese dovrà affrontare.
L’Italia ha compiuto notevoli progressi negli ultimi anni, registrando un aumento di 14,9 punti nel punteggio complessivo dal 2010, il più alto tra tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Questo exploit ha portato il Paese a guadagnare otto posizioni nella classifica generale. I settori in cui il Bel Paese ha realizzato progressi più significativi sono stati “potere” (+37,5), “tempo” (+8,1) e della “potenza” (+5,8) rispetto al 2020.
Tuttavia, permangono sfide significative, soprattutto nel settore del lavoro, dove l’Italia è costantemente all’ultimo posto (27°) tra gli Stati membri dal 2010, con un punteggio di 65,0. La partecipazione delle donne nel lavoro rimane critica, con l’Italia all’ultimo posto nell’UE, segnalando la necessità di riforme strutturali.
Eccellenza nella sanità
Nel comparto della salute, il nostro Paese eccelle con un notevole punteggio di 89,2, posizionandosi al 5° posto nell’UE, dimostrando un miglioramento rispetto al 2020. L’accesso alla sanità è uno dei punti di forza, con un punteggio di 98,6, collocandosi al 9° posto nell’UE.
La sfida del Green Deal
Nel 2023, l’attenzione si sposta verso il Green Deal europeo, un ambizioso piano per affrontare le sfide ambientali e climatiche del continente. Secondo un’analisi recente, si rivelano differenze di genere nell’approccio alla sostenibilità ambientale in Italia. Le donne italiane sembrano più sensibili all’ambiente rispetto agli uomini, adottando comportamenti più ecologici nella vita quotidiana. Tuttavia, sono notevolmente sottorappresentate in settori chiave legati all’ambiente, come scienze e tecnologie naturali, energia, e trasporti.
Promuovere la partecipazione delle donne
Nonostante le sfide, ci sono segnali positivi. Le donne italiane occupano il 40% delle posizioni decisionali nelle commissioni parlamentari incentrate sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, superando la media dell’UE (30%). Questi dati sottolineano l’importanza di promuovere una maggiore partecipazione delle donne in settori chiave legati all’ambiente e alla sostenibilità, al fine di affrontare con successo le sfide del Green Deal europeo e garantire un futuro più sostenibile per tutti.
In un mondo sempre più consapevole delle questioni di genere e dell’ambiente, l’Italia sta compiendo progressi significativi, ma ancora deve affrontare sfide cruciali per raggiungere una vera parità di genere in tutti gli aspetti della società.